L'uso della Maschera
TEATROBOOK
Il Blog di Barbara

Che cos'è il "Teatro dell’Oppresso"?
È un sistema di giochi, esercizi e tecniche per portate allo scoperto i conflitti presenti nelle nostre società e cercare soluzioni collettive.
Il Teatro dell’Oppresso è una metodologia educativa ed uno strumento di trasformazione sociale.
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Come e dove è nato?
È nato in Brasile, negli anni 60′ durante il periodo delle dittature latinoamericane. Il suo creatore, Augusto Boal, ha integrato il suo impegno politico con la sua formazione teatrale, prendendo ispirazione, in aggiunta, da differenti tradizioni del teatro popolare e teatro comunitario.
Nel corso dei decenni, con l’esilio di Boal, è stato portato in nord America ed in europa e successivamente nel resto del Mondo.
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Il Teatro dell’Oppresso è un metodo teatrale elaborato da Augusto Boal a partire dagli anni ’60, prima in Brasile e poi in Europa, che usa il teatro come mezzo di conoscenza e come linguaggio, come mezzo di conoscenza e trasformazione della realtà interiore, relazionale e sociale.
E' un teatro che rende attivo il pubblico e serve ai gruppi di "spett-attori" per esplorare, mettere in scena, analizzare e trasformare la realtà che essi stessi vivono.
Ha tra le finalità quella di far riscoprire alla gente la propria teatralità, vista come mezzo di conoscenza del reale, e di rendere gli spettatori protagonisti dell’azione scenica, affinché lo siano anche nella vita.
Si basa sull'ipotesi che "tutto il corpo pensa", in altre parole su una concezione "globale" dell’uomo visto come interazione reciproca di corpo, mente, emozioni.
Si basa su una precisa presa di posizione, a favore degli "oppressi" e, parallelamente a Paulo Freire, su un lavoro di coscientizzazione.
Per conseguire questo scopo, Boal elaborò varie tecniche (teatro giornale, teatro forum, teatro immagine, teatro invisibile...) in grado di valorizzare la cultura dei contadini.
Tutte, a vari livelli, cercano di de-professionalizzare il teatro, rompendo la barriera attore-spettatore. Usato come strumento maieutico, e non come catarsi, questo teatro fa scaturire i grandi problemi sociali e collettivi.
Il TdO si basa sull'esplicitazione di conflitti interpersonali e sociali.
Il TdO cerca soluzioni al conflitto; è il gruppo stesso che le ricerca e le mette in pratica, seppure in uno scenario teatrale; qui l'ipotesi è che la "recita" di una soluzione può stimolare ad agire anche nella vita quotidiana. Il conflitto viene così valorizzato perché permette all'oppresso di liberarsi dall'oppressione.
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Dall'influenza del pensiero di Freire il TdO prende l'atteggiamento non indottrinante ma maieutico: non da' risposte ma pone domande e crea contesti utili per la ricerca collettiva di soluzioni.
Pur toccando aspetti personali ed emotivi, il TdO non si pone come terapia, ma come strumento di "liberazione" collettiva che poggia sulla presa di coscienza autonoma delle persone, sullo "specchio multiplo dello sguardo degli altri".

“Tutti possono fare teatro, anche gli attori.
Si può fare teatro in qualsiasi luogo, anche dentro i teatri”
Augusto Boal